Da Alcamo (Sicilia) immagini, informazione, approfondimento

Vendemmia 2024, segnali di relativo miglioramento. L’analisi e le previsioni di Assovini

La vitivinicoltura in Sicilia sembra poter voltare pagina, dopo la disastrosa annata 2023 contrassegnata da peronospora, incendi e conseguente improduttività. In questi mesi, imperversa una gravissima siccità che, però, soltanto relativamente inciderebbe sulla naturale produzione di uve e, anzi, ne favorirebbe in anticipo la maturazione. Siccità che, comunque, sia ben chiaro, rimane un’emergenza sia per l’agricoltura che per gli allevamenti, oltre che, in generale, per il fabbisogno idrico della popolazione. Si tratta, ovviamente, di studiare fenomeni che possono sempre risultare variabili a seconda delle zone e degli specifici terreni in cui i vitigni sono coltivati. Ad analizzare la situazione in modo dettagliato è, intanto, Assovini Sicilia, evidenziando che “la vendemmia più lunga d’Italia, mediamente oltre cento giorni, quest’anno è iniziata con un anticipo di dodici giorni. Un record per alcune zone, come nei territori di Menfi, dove già si vendemmia Pinot Grigio e Chardonnay”.    

La tendenza ad un relativo miglioramento della produzione di uve e, di conseguenza, dei vini, seppure ancora si faccia i conti con una crisi generale in questo specifico settore storico dell’economia locale, interessa parecchio gli agricoltori e gli imprenditori agricoli alcamesi. Non per caso, la città di Alcamo vanta una tradizione importante legata alla qualità del suo vino ed è sede dell’Enoteca regionale della Sicilia occidentale, situata nel trecentesco Castello dei conti di Modica e della quale, tuttora, è in corso l’attuazione di un progetto di rifunzionalizzazione. Tra l’altro, Alcamo è stata individuata come sede del Consorzio di tutela dei vini Igt “Terre Siciliane“.  

Assovini, l’associazione di vitivinicoltori che in Sicilia riunisce 100 aziende vitivinicole con l’obiettivo di promuovere il vino siciliano di qualità nel mondo, spiega le condizioni che stanno determinando l’inversione di tendenza verso una vendemmia 2024 decisamente contraddistinta da un’incoraggiante prosperità, seppur ancora al di sotto dei livelli ottimali. “Un inverno e una primavera caldi, privi di piogge – indica infatti Assovini -, hanno promosso un precoce germogliamento e, di conseguenza, un’anticipazione di tutte le fasi fenologiche e fisiologiche della vite. Nonostante le condizioni siccitose, non sono presenti segni di stress idrico e le uve sono perfettamente sane e integre”.

“I vigneti siciliani, quindi – prosegue l’associazione -, si presentano in ottimo stato fitosanitario e qualitativo, alcuni vitigni coltivati negli areali dell’Isola rivelano una naturale e performante resistenza alle estreme condizioni siccitose. Per l’annata 2024 è stimato un aumento intorno al 10-15% rispetto alla precedente annata ma un calo fisiologico rispetto a una media ottimale. I vitivinicoltori in Sicilia si rivelano capaci di governare la siccità grazie all’utilizzo di portainnesti innovativi e all’uso di prodotti naturali detti corroboranti che riparano dagli stress ambientali e dalle ondate di calore. Infine, una corretta gestione del suolo e delle risorse idriche, insieme alla sperimentazione avviata con sensori che monitorano lo stress idrico, consentono l’irrigazione di precisione e l’ottimale uso dell’acqua. Dopo il via nella Sicilia occidentale, con la raccolta della base spumante, la vendemmia prosegue con le varietà internazionali come lo Chardonnay e il Sauvignon Blanc, seguite dai vitigni autoctoni. A chiudere questa lunga vendemmia saranno i produttori dell’Etna, a fine ottobre”.

Per quanto riguarda la Sicilia occidentale, in base all’analisi generale e alle previsioni che Assovini rende note, “il clima caldo ha favorito la crescita delle uve che sono sane ed integre. Ad oggi, la qualità delle uve è ottima, e non si registrano problemi di oidio né di botrite. Le limitate riserve idriche nei vigneti, insieme all’inizio precoce dell’estate, hanno accelerato tutte le fasi fenologiche della vite”.

In particolare, l’agronomo Ennio Gugliotta sostiene: “I vantaggi sono stati di tipo fitosanitario perché gli eventi climatici siccitosi hanno favorito la crescita di uve particolarmente sane. Lo svantaggio può essere costituito da maturazioni precoci, soprattutto per le uve bianche non autoctone, anche di 20 giorni rispetto all’annata precedente”.

My Agile Privacy

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. 

Puoi accettare, rifiutare o personalizzare i cookie premendo i pulsanti desiderati. 

Chiudendo questa informativa continuerai senza accettare.