– ALCAMO, venerdì 6 DICEMBRE 2024 – Dopo quasi tre mesi, sono giunte a conclusione le indagini riguardanti il furto di cavi elettrici ai danni del depuratore comunale di Alcamo (nelle due immagini), perpetrato nel mese di settembre scorso. La Polizia di Stato ha denunciato alla Procura della Repubblica di Trapani il responsabile del furto, avvenuto nella notte del 16 settembre, dei circa 350 metri di cavi in rame che, infatti, componevano l’impianto elettrico del depuratore, situato in contrada Valle Nuccio. Grazie a una proficua ed efficace collaborazione tra Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri, è stato possibile individuare il ladro: si tratta di un trentunenne rumeno, pregiudicato e residente in provincia di Agrigento.
Il furto aveva provocato non soltanto un ingente danno economico, ma soprattutto rilevanti danni ambientali. Protrattasi per settimane, l’interruzione del funzionamento dell’impianto di depurazione, essendo stati rubati sia i cavi sotterranei che quelli della linea aerea, aveva avuto come conseguenza l’immissione diretta nel torrente Canalotto, che sfocia ad Alcamo Marina, delle acque nere provenienti dalla città di Alcamo e non adeguatamente trattate dall’impianto stesso, in quanto fuori uso.
Il giorno stesso della commissione del reato, il malvivente era stato sottoposto a controllo da parte di una pattuglia dei Carabinieri a Sambuca di Sicilia, nell’Agrigentino. Un controllo durante il quale l’individuo non aveva saputo fornire spiegazioni valide al fatto che stesse trasportando, nel suo furgone, un ingente quantitativo di fili di rame, strumenti da effrazione, guanti e passamontagna. Per tale motivo, considerato che i cavi potessero essere provento di furto, i militari dell’Arma avevano proceduto a denunciarlo per ricettazione.
Immediatamente erano state avviate attività investigative, volte ad accertare la provenienza del materiale sequestrato e, in tal senso, individuare il luogo in cui era stato consumato il reato. Da questo momento, dunque, avevano preso avvio i contatti tra i Carabinieri di Sambuca di Sicilia e i poliziotti del Commissariato di Alcamo che, attraverso una certosina attività di polizia giudiziaria, hanno esaminato le “tracce informatiche” lasciate dal ladro.
Su delega della Procura della Repubblica di Trapani, i poliziotti della Sezione Investigativa del Commissariato di Pubblica Sicurezza alcamese hanno infatti studiato attentamente le varie celle telefoniche agganciate dal cellulare del cittadino rumeno nel corso della giornata in cui era avvenuto il furto. Dall’analisi è emerso che, al momento del furto ai danni del depuratore comunale, il dispositivo mobile trovato in possesso del soggetto aveva agganciato la cella che copre la zona interessata, per poi tracciare il percorso che porta da Alcamo a Sambuca di Sicilia.